domenica 30 novembre 2014

giovedì 27 novembre 2014

mercoledì 26 novembre 2014

Ferguson: l'agente di pelle bianca che uccide il ragazzo nero disarmato


Non sarà né processato né incriminato l'agente che a Ferguson ha ucciso un ragazzo nero diciottenne disarmato.

L'agente ha rilasciato un'intervista autoassolutoria, chiaramente concordata con il suo difensore e con la polizia.
Se anche fosse vero che il ragazzo nero stava cercando di rubare (dei sigari) e che avesse un atteggiamento aggressivo, questo giustifica la sua uccisione?

Circa un'ora fa ho sentito  alla radio una frase che il ragazzo nero avrebbe rivolto all'agente e che quest'ultimo avrebbe riferito come un motivo giustificatorio alla sua decisione di sparare: " sei una femminuccia, tanto non mi spari".

Se tu agente spari ad una persona perché ti ha rivolto questa frase, stai reagendo ad una provocazione, ti stai vendicando di un'offesa.
Non mi pare che questo sia accettabile, soprattutto da parte di un tutore dell'ordine.


Ho insistito ad usare il termine ragazzo nero,  perché questo episodio sembra indicare quanto questa grande nazione, l'America, in cui i neri sono presenti da moltissimo tempo, sia ancora così razzista. Avvilente.



martedì 25 novembre 2014

Vitorchiano







lunedì 24 novembre 2014

L'astensionismo degli elettori


Ma davvero i politici non capiscono perché 800.000 elettori hanno preferito restare a casa invece di andare a votare?
Fanno finta o davvero non capiscono?
Penso siano valide entrambe le opzioni.

Trascrivo qualche parere raccolto parlando con amici e conoscenti:

- Che ci vado a fare? Sono tutti uguali, rubano tutti.

- Che ci vado a fare? Pensano solo a prendere tangenti, e poi tassano stipendi e pensioni.

- Che ci vado a fare? Tolgono gli alberi dalle colline per costruire, e poi franano le abitazioni.

- Che ci vado a fare? Fanno come pare a loro.
Per caso interpellano le popolazioni quando devono fare qualche grande opera di solito inutile, dannosa e molto costosa?

- Che ci vado a fare? Stanno distruggendo l'Italia: Dovremmo fare i soldi curando le nostre bellezze paesaggistiche, l'arte e i monumenti, e invece costruiscono case inutili sulle coste e sui margini dei fiumi.

- Che ci vado a fare? Voglio la raccolta differenziata e il riciclo dei rifiuti, senza più discariche e inceneritori, ma loro sono amici di quelli che fanno fortuna con i rifiuti.

- Che ci vado a fare? Non c'è un partito che mi rappresenti; vorrei un partito di sinistra che pensasse a tutelare i lavoratori, l'ambiente, e le persone svantaggiate. E invece stanno trasformando la classe lavoratrice in precariato senza diritti.




domenica 23 novembre 2014

?







sabato 22 novembre 2014

Polemiche Landini/Renzi


Grandi polemiche per la frase di Landini sui cittadini onesti che non amano ciò che sta facendo Renzi.

Nel frattempo Renzi affermava che i cittadini onesti lo appoggiano.
Intendendo dire che chi non lo appoggia non è onesto.



giovedì 20 novembre 2014

Calvi, un murale







mercoledì 19 novembre 2014

Umberto Veronesi, "Il mestiere di uomo".


E' uscito ieri un libro autobiografico di Umberto Veronesi, famoso oncologo italiano.

Il libro si intitola "Il mestiere di uomo" ed è edito da Einaudi.
Ne ho letto alcuni estratti sul quotidiano "La Repubblica".
L'autore racconta di essere nato in una famiglia non benestante, di essere rimasto presto orfano di padre, e di aver stabilito un rapporto forte col parroco del luogo, un religioso non convenzionale.
Racconta poi come, da puntuale chierichetto qual era nell'infanzia, si sia allontanato dalla religione.
Grande importanza ha avuto per lui l'esperienza della Seconda Guerra Mondiale, in cui furono mandati ad uccidersi reciprocamente ragazzi che si trovavano su sponde opposte,  e di Auschwitz
A questo punto nacque in lui la domanda: come può permettere Dio queste cose?
Veronesi racconta che in un primo momento voleva diventare psichiatra, per capire da quali menti malate e da quali meccanismi possano sorgere certe decisioni negli uomini.
Gli capitò invece di entrare in un reparto di oncologia, ricordiamoci che Veronesi è nato nel 1925, e che ai tempi in cui entrò in quel reparto, le cure per i tumori erano alquanto inefficaci.
E qui, vedendo bambini che morivano di tumore giorno per giorno invasi dalle metastasi, gli accade di fare le stesse riflessioni che aveva fatto per Auschwitz: ma se Dio esiste, come può permettere una cosa del genere? Fino ad arrivare a dire che il cancro è la prova che Dio non esiste.


Dall'articolo su Repubblica sono derivate molte polemiche, soprattutto sui giornali di destra, abituati ad ostentare un'osservanza che a me appare molto ipocrita, per i dettami della Chiesa cattolica.
Un quotidiano ha addirittura tentato di ridicolizzare le posizioni di Veronesi parlando di un nonnino novantenne...
Non sono mancate le dichiarazioni di Zichichi: "L'esistenza del mondo è la prova dell'esistenza di Dio", di aristotelica memoria. Se fosse così semplice...

Le mie riflessioni sono queste: dal punto di vista scientifico non si può affermare né che Dio ci sia né che non ci sia, quindi ognuno dovrebbe essere libero di seguire i suoi convincimenti, nel rispetto di quelli altrui.
Detto questo, sono molti coloro che si sono chiesti, compresi alcuni teologi: ma se Dio esiste come può permettere il male nel mondo? vedi il discorso su Auschwitz, i bambini sofferenti per il cancro, la stoltezza delle guerre.


La Chiesa risponde che Dio vuol metterci alla prova, ma questo mi sembrerebbe mettere in atto una specie di teatrino da parte della divinità.
Tant'è che alcuni teologi, proprio perché è umanamente impossibile accettare l'idea di un dio immensamente buono che accetta il male e sofferenze indicibili, parlano di un dio minore, non un creatore, ma solo una specie di governante del creato; mi sembra anche questa una posizione inconcludente.
Messa alle strette la Chiesa conclude che le intenzioni divine sono imperscrutabili e così evita di rispondere.


La mia personale posizione è vicina a quella di Feuerbach e di Freud: Dio, o meglio l'idea di Dio,  è una proiezione umana.
Una proiezione dettata dalla paura di fronte al mondo, e dalla necessità di avere un Padre onnipotente a cui rivolgersi. 

Anch'io mi sento così, debole di fronte a tutto ciò che non è in mio potere controllare, con la continua tentazione, che risale alla mia infanzia, di affidarmi e chiedere aiuto a chi tutto può.
Ma penso che questo essere, che ognuno plasma nella mente a suo piacimento, non ci sia.





martedì 18 novembre 2014

suggestioni







sabato 15 novembre 2014

Letture estive: "Lionel Asbo" di Martin Amis


Ho  cominciato ad interessarmi a Martin Amis quando ho letto che, insieme a Salman Rushdie e a Ian McEwan, faceva parte della cerchia di amici di Christopher Hitchens. Un giornalista famoso per il ritratto irrituale e sconvolgente che in "La posizione della missionaria" fa di Madre Teresa di Calcutta.


Quella di Amis è una storia interessante: figlio di un prolifico (in senso letterario) scrittore inglese, non era molto attratto dagli studi, e frequentava spesso le sale da gioco.
Lui stesso ha raccontato che fu aiutato a trovare la sua strada dalla matrigna, scrittrice anche lei, e dall'incontro con Orgoglio e pregiudizio di Jane Austen.

Amis è una persona che attira spesso su di sé polemiche, come quando dichiarò che sarebbe stato opportuno allestire ai margini delle strade apposite camere a gas per gli anziani, inducendoli a suicidarsi con un Martini e una medaglia.
Oppure per le critiche al comunismo contenute nel suo libro Koba il terribile.  Un amico affermò che Amis ha la tendenza a trasformare sue paranoie personali in nozioni universali e astratte.
Insomma, avete capito il tipo.

Il primo libro di Amis che ho provato a leggere è stato "La vedova incinta" che ho abbandonato dopo poche pagine.
Ci ho riprovato con "Lionel Asbo. Lo stato dell'Inghilterra". L'ho finito in poche ore, stupendomi di me stessa, perché di solito sono respinta da ambientazioni analoghe che mi intristiscono.
Protagonista del libro è Lionel, per gli amici Li, un muscoloso buzzurro amante della violenza, sempre in compagnia di 2 pitbull che cerca di mantenere molto arrabbiati.
Lionel sta scontando ai domiciliari una pena per rissa e atti vandalici. Abita in un quartiere degradato della periferia londinese dove le ragazzine sono già madri a 12 anni, nonne a 39, a 50 anni si è vecchi decrepiti, e dove spesso 3 generazioni vivono nella stessa casa sopravvivendo grazie al sussidio.

La voce narrante è quella di Des, amato nipote diciassettenne rimasto orfano, di cui Li si prende cura a suo modo: "esci sempre con un coltello in tasca, guardati un bel porno a casa, prenditi un pittbul".
 I due si vogliono bene, ma tanto è violento e ignorantone Li, tanto Des è tranquillo e non ignorante.
Tranquillo ma...si metterà in una situazione difficile,  rischiandola grossa con lo zio, se scoprirà che va a letto con la giovane nonna, madre di Li.
Un giorno Li vince alla lotteria nazionale 140 milioni di sterline, e all'improvviso lui e la fidanzata vengono catapultati nel mondo del gossip, diventando due personaggi ricchi e cafoni, come quelli che loro stessi avevano invidiato quando erano dei poveracci.

A me questo libro è piaciuto molto, mi sono domandata come ha fatto Amis a costruire dei delinquenti credibili, spargendo inoltre ironia a piene mani.
Il libro, come sempre accade, oltre a lodi ha ricevuto critiche: ad esempio quella di aver voluto infangare l'Inghilterra.
Amis ha risposto dicendo che il turista che arriva a Londra conosce il centro della città, e non può immaginare cosa si trovi al di là di esso.
"Volevo scrivere una metafora dell'Inghilterra d'oggi...da un lato una povertà endemica...dall'altro una ricchezza pacchiana".
Polemicamente Amis ha dato al protagonista il soprannome Asbo, che è l'acronimo di Anti-Social Behaviour Order, la legge voluta da Tony Blair a fine anni novanta per combattere i comportamenti antisociali.
Legge che Amis considera inutile: "non basta reprimere...quei comportamenti sono il risultato di vasti problemi sociali".

In conclusione, il libro è una satira della società, assimilata da alcuni critici a quelle di Swift, Dickens e Burgess.
(continua)



giovedì 13 novembre 2014

spremiqualcosa?







mercoledì 12 novembre 2014

Letture estive: Malvaldi, Piccolo


Certo sono un po' in ritardo...
Chissà perché in estate leggo molti gialli.
Gialli rilassanti intendo, quelli in cui c'è un personaggio-guida che ti è simpatico, per cui qualunque cosa accada nella storia non ti turba, perché sei in sua compagnia.

Fanno parte di questa categoria i gialli di Simenon, Montalban, Camilleri. 
E così quest'anno mi sono divertita con la serie di Marco Malvaldi sui vecchietti-investigatori del Bar-Lume. 

Sul blog di un'amica ho trovato un post sul libro di Francesco Piccolo, Il desiderio di essere come tutti:

Di questo autore anni fa  mi era stato regalato Momenti di trascurabile felicità.
Ricordo che lo abbandonai prima di terminarne la lettura. 
Comunque il post mi aveva incuriosito e acquistai il libro.
Senza dubbio Piccolo scrive in maniera interessante, anche se ho notato che tende a riproporre ogni concetto 3 volte di seguito.
Il libro è autobiografico e descrive anche l'evoluzione delle sue convinzioni politiche; si è parlato a questo proposito di comunismo madeleine.

A suo tempo mi trovai in totale disaccordo con Enrico Berlinguer e la sua accettazione del compromesso storico con la DC.
(Compromesso storico che, come sappiamo, incontrò la netta contrarietà degli USA e, quasi sicuramente, determinò la morte di Aldo Moro).
 Ho sempre pensato che la sinistra riuscisse ad ottenere molto di più dall'esterno delle stanze del potere.

E oggi mi trovo in disaccordo con la sostanziale critica di Piccolo a Berlinguer quando quest'ultimo, molto giustamente a mio parere, sollevò la questione morale, sperando che il Pci potesse differenziarsi in questo senso dagli altri partiti.
(continua)



lunedì 10 novembre 2014

San Giovenale







Tomas Maldonado: Il silenzio degli intellettuali


  "Alcuni si sono lamentati per il silenzio degli intellettuali. 
Altri, al contrario, per la loro presunta abitudine a dare giudizi di natura soltanto ideologica e apocalittica.
La verità è che gli intellettuali hanno sempre dato fastido.
Questa insofferenza nei loro confronti cambia intensità a seconda del contesto politico. 
Esso assume forme assai virulente ogni volta che si voglia far passare un disegno di involuzione autoritaria dello stato democratico".
Tomas Maldonado



da un palazzo all'altro







un mondo alla rovescia


Qualche esempio:

 - condannato antifascista che dà del fascista ad un fascista, vedi vicenda Turigliatto;

- madre di una ragazza uccisa, tenuta a pagare spese processuali al posto dell'omicida, che risulta nullatenente;

- assolti i boss che minacciarono Saviano e Capezzone, condannato l'avvocato;

- assolta la Commissione Grandi Rischi, che escluse rischio terremoto all'Aquila.






lunedì 3 novembre 2014

Trevignano bambini e lago di Bracciano








Lo Stato che bastona i cittadini


Ogni volta che leggo o penso a Stefano Cucchi, devo fare uno sforzo per non scoppiare in singhiozzi.
E' di pochi giorni fa la sentenza che ha mandato assolti guardie carcerarie carabinieri e medici, ossia tutte quelle persone per le cui mani è passato  questo ragazzo.

Ma stavolta ci sono delle novità:

- la sentenza ha avuto un grande rilievo mediatico;
- nella sentenza si riconosce per la prima volta che il ragazzo è stato pestato;
-
il capo della Procura di Roma, Pignatone, ha affermato che nessuno può morire quando è in mano allo Stato
(anche se questo, ricordiamolo, è successo già altre, troppe volte).

Ma un'altra cosa mi sembra sia emersa chiaramente: il percorso del ragazzo, i vari passaggi di mano, è tutto registrato. Gli orari, le persone preposte ai vari servizi in quei giorni e in quelle ore.

Messa così, non dovrebbe essere difficile risalire ai responsabili del pestaggio, così come ai medici responsabili delle mancate cure, che avrebbero potuto salvare Stefano Cucchi.

A latere: questo ragazzo è stato anche molto sfortunato: non gli furono concessi i domiciliari (che gli avrebbero risparmiato la morte) per un errore di trascrizione in base a cui risultava albanese e senza fissa dimora.
Che incuria in queste materie così delicate.


Un'ultima cosa, una speranza: quello che è successo a Stefano Cucchi riguarda tutti noi. Tutti possiamo commettere degli errori, e dobbiamo poter pensare che lo Stato non chiuda gli occhi e non regali l'impunità ai suoi servitori che invece di tutelare i cittadini, li trattano con crudeltà e li colpiscono.
Altrimenti ci troveremmo di fronte ad uno Stato che bastona chi non gli sta simpatico, e questo non sarebbe democratico.


Aggiungiamo che in questi giorni non ci sentiamo molto "sereni", a causa delle manganellate inferte dalla Polizia agli operai di Terni che manifestavano contro i licenziamenti della Thyssenkroup.
Che poi il ministro dell'Interno Alfano abbia tentato di giustificarsi inventando tentativi inesistenti dei manifestanti di occupare la Stazione Termini, fa pena.

Se qualcuno ha ancora dei dubbi può guardare le riprese fatte da Zoro per Gazebo.




sabato 1 novembre 2014

Balthus e Villa Medici (continua)




Un giardino all'italiana di circa 7 ettari, ricco di siepi, che in origine dovevano costituire un vero e proprio labirinto.
Con viali arricchiti da statue.
Peccato che il terreno non sia in condizioni perfette e che alcune piante e alberi abbiano dei problemi che si sta
tentando di affrontare.

In un angolo del giardino c'è una voliera in muratura affrescata, quasi un trompe-oeil che dà l'impressione di una serra.
Tra i molti disegni di animali, contiene la prima rappresentazione in Europa del tacchino, portato dalle Americhe da Cristoforo Colombo.

Fu Napoleone Bonaparte nel 1803 a fare di Villa Medici la residenza dell'Accademia di Francia, fondata da Luigi XIV.
La Villa ospita un certo numero di borsisti che vengono in Italia per approfondire l'arte pittorica e la musica.

L'Accademia ha avuto molti direttori illustri tra cui Ingres e Balthus.

Balthus, che è tra l'altro uno dei miei pittori preferiti, tra il 1966 e il 1977 portò avanti il restauro della Villa e del giardino.
Secondo alcune voci, non ci fu uniformità di giudizio sul suo modo di procedere.
Immaginate delle stanze cardinalizie piene di arazzi e
tappeti colorati, oro e rosso, che il nostro pittore trasformò
in ascetiche stanze monacali.

Procedendo nella visita del giardino, su uno spiazzo erboso
ci imbattiamo in un gruppo di statue di gesso, riproduzioni
di statue antiche che Balthus fece preparare per
rappresentare la leggenda dei Niobidi.

Niobe, figlia di Tantalo, era orgogliosa di aver procreato
sette figlie e sette figli. Ben più della dea Latona, che ne
aveva procreati solo due: Diana ed Apollo.
Ma proprio ai due la dea dette l'incarico di vendicare l'onta
infertale dalla superba e vanagloriosa Niobe, uccidendoli
tutti.



Infine, andiamo a visitare la gipsoteca, cioè le statue di gesso eseguite dai borsisti, copiando la statuaria dell'antica Grecia.







Ci sarebbe da raccontare la leggenda della palla di cannone
sparata dalla regina Cristina di Svezia da
Castel Sant'Angelo
e che ora adornerebbe la fontana che
fronteggia la facciata esterna, ma rimandiamo ad un'altra volta,
e salutiamoci con due immagini dei visitatori affascinati dai
panorami di questa ancora bellissima città.






a presto... 
 

No, dimenticavo, voglio lasciarvi con un ricordo di Balthus...
 













Balthus e Villa Medici


In questi giorni a Villa Medici c'è una mostra su: I bassifondi del Barocco. La Roma del vizio e della miseria.

I pittori esposti, tra cui alcuni caravaggeschi, non erano molti. Fastidiosa la mancanza delle etichette accanto a ciascun quadro. Per conoscere autoretitolodelquadroeanno bisognava ogni volta recarsi all'altro capo delle sale.
Molti i giusti rimbrotti dei visitatori.

Per fortuna, nel prezzo del biglietto era compresa una visita guidata ad alcune sale della Villa e ai Giardini.
Villa Medici si trova sulla collina del Pincio sul punto più alto di Roma accanto a Trinità dei Monti, e sovrasta Piazza di Spagna.
E' una villa cinquecentesca il cui spazio era occupato nell'antichità dagli Horti Luculliani.
Una curiosità: proprio in questa Villa fu uccisa Messalina.



La Villa nel 1576 fu acquistata dal cardinale Ferdinando dei Medici, che fece completare i lavori di sistemazione dall'Ammannati ( l'autore della Fontana del Nettuno di Piazza della Signoria a Firenze).












La facciata esterna della Villa, da cui si accede, è molto sobria (come si addiceva ad una dimora cardinalizia).
Quella interna invece è molto ricca: la facciata è impreziosita da maschere e bassorilievi antichi, tra cui una coppia di ghirlande provenienti dall'Ara Pacis.
Al centro della facciata un arco con due leoni e due torrette laterali. Davanti all'arco una fontana al centro della quale si eleva un'imitazione del Mercurio del Giambologna.
E a questo punto ci siamo addentrati nel Giardino, che già avevamo osservato dalla Loggia.

(continua)


























Giustizia in Italia: è morto ma non gli hanno fatto niente


Giustizia in Italia: è morto, ma non gli hanno fatto niente.
Tutti assolti i colpevoli.

La sorella Ilaria mostra un'immagine del corpo devastato del fratello.
E se succedesse ancora?