domenica 31 maggio 2015

lunedì 25 maggio 2015

la poesia del lunedì: Raymond Carver - Il proiettile



 















                                                    per Haruki Murakami

Sorseggiavamo il tè. Tra una raffinata riflessione e l'altra
sulle probabili ragioni del successo
dei miei libri nel tuo paese. La conversazione
cadde sul dolore e l'umiliazione,
che tu trovi sempre ricorrenti
nelle mie storie. E sull'elemento
della pura casualità. E su come tutto ciò si traduca
in termini di vendite.
I miei occhi si posavano su un angolo della stanza.
E per un minuto tornai sedicenne,
che andavo in giro sbandando sulla neve
in una berlina Dodge anni Cinquanta con cinque
o sei tipetti e mandavo a farsi fottere altri ragazzi
che schiamazzando bersagliavano la nostra macchina
con palle di neve, ghiaia,
rami di un vecchio albero. Filammo via, gridando.
E stavamo per lasciar perdere.
Ma il vetro del mio finestrino era abbassato di otto centimetri.
Soltanto otto centimetri. Urlai fuori
un'ultima oscenità. E vidi quel tipo alzare il proiettile
per scagliarlo. Rivivendo adesso la scena,
immagino di vederlo che arriva,
che fende l'aria mentre io sto a guardare.
Come i soldati della prima metà
del secolo scorso stavano a guardare i colpi
di mitraglia volare in loro direzione
rimanendo fermi, incapaci di muoversi a causa della terribile
fascinazione cui erano in preda.
Ma io non lo vidi. Mi ero già voltato
verso i miei amici per ridere.
Quando qualcosa mi batté contro un lato della testa con tale violenza
da rompermi il timpano e poi mi ricadde
intatto in grembo. Una palla di ghiaccio pressato
e neve. Il dolore fu enorme.
E così pure l'umiliazione.
Fu terribile quando cominciai a piangere
davanti a quei tipi rozzi mentre quelli
gridavano: Che culo spaventoso! Che cosa fenomenale!
Una possibilità su un milione!
 Il tipo che la scagliò dovette essere stupito
e orgoglioso di se stesso mentre riceveva dagli altri
urli e pacche sulle spalle.
Dev'essersi asciugate le mani sui pantaloni.
E deve aver ciondolato ancora un po'
prima di andare a casa per la cena. Crescendo, 
ha avuto la sua parte di sconfitte e si è perduto
nella vita, come mi sono perduto io.
Non ha mai più pensato a quel pomeriggio.
Perché avrebbe dovuto?
Ci sono sempre tante altre cose a cui pensare.
Perché ricordare quella stupida macchina che scivolava
giù per la strada, che svoltava l'angolo e spariva?
Con gesto raffinato sollevammo le tazze da tè nella stanza.
Una stanza in cui, per un minuto, qualcos'altro era entrato.

da: Blu oltremare




domenica 24 maggio 2015

Spello
















lunedì 18 maggio 2015

la poesia del lunedì: Tina Saccomanno - Poesie per una cosa che ho in casa


La sposina

piatti pentole pentoline
bicchieri tazze scodelle
coperchi mestoli saliere
formaggiere grattugie frullatori

quante cose in questa cucina!
quanti regali per la sposina!

pranzi e cene da preparare,
un maritino da rimpinzare,
cani e gatti per gli avanzi.

povera apprendista casalinga:
il suo regno per un cavallo
volentieri cederebbe.



venerdì 15 maggio 2015

suggestioni






giovedì 14 maggio 2015

primavera






Nepi















lunedì 11 maggio 2015

la poesia del lunedì: Raymond Carver - Un pomeriggio


 













Mentre lui scrive e non guarda il mare,
sente che la punta della penna prende a sobbalzare.
 La marea sta rifluendo di là della ghiaia.
Ma non è quello. No,
è perché in quel momento lei decide
di entrare con niente addosso nella stanza.
Assonnata, per un istante neanche certa
di dove stia. Lei si tira indietro i capelli
dalla fronte. Siede sul water
con gli occhi chiusi, la testa all'ingiù, le gambe
scompostamente allungate. Lui la vede attraverso
il vano della porta. Forse lei
sta ricordando quel che è accaduto
quella mattina. Perché, dopo un po',
apre un occhio e lo guarda.
E sorride con dolcezza.

da: Blu oltremare...



lunedì 4 maggio 2015

suggestioni






Letture: Due fiabe, di Roald Dahl


Quasi per caso, mi sono trovata in mano "Due fiabe" di Roald Dahl.
Poche pagine che si leggono in pochi minuti.

La scenografia delle due fiabe è quella classica che abbiamo imparato a conoscere da Perrault e compagni (peraltro è ormai noto che per molte di esse gli autori si sono ispirati a "Lu cunto del li cunti", ossia il Pentamerone del '600 di Giambattista Basile).

Entrambe le fiabe sono costruite allo stesso modo:
c'è un re, rimasto vedovo, che ha come erede una figlia che a tempo debito prenderà il suo posto.

Nella prima fiaba troviamo un re che guarda oltre le apparenze, sa giudicare il valore delle persone, e non ama i lecchini di corte.
Prende in mano la situazione che si è andata creando, e la guida fino alla conclusione voluta, e cioè ad una scelta di vita anticonvenzionale da parte della figlia.


Nella seconda fiaba è meno evidente il percorso seguito dal re, per risolvere una situazione molto problematica.
Si arriverà ad uno scioglimento traumatizzante che ci farà dire: questo racconto è alla maniera di Roald Dahl! Buona lettura



la poesia del lunedì: Tina Saccomanno - poesie per una cosa che ho in casa


Il divano

Il divano è la mia cuccia
sul divano faccio tutto
sul divano leggo
sul divano mangio
sul divano guardo la tele
sul divano scopiamo.

avete mai visto un mobile più utile?

un divano così
è la perfetta felicità.



Che cos'è per me la poesia 
- teatro, espressione di sentimenti ed emozioni
- mi piace il verso libero, la poesia in prosa.

Che cos'è tecnicamente la poesia
per comprendere una poesia bisogna tener presenti:
- il contenuto, cosa dice la poesia;
- la forma, come è costruita la poesia.

Nella poesia la forma è importante almeno quanto il contenuto.
E' la metrica ad occuparsi dell'insieme delle regole che governano
la composizione e la struttura dei versi.

La metrica non è qualcosa di completamente artificioso. 
Ad esempio il verso più usato nella lingua italiana è 
l'endecasillabo, che è qualcosa di connaturato nella lingua.
Tant'è che anche i poeti estemporanei, improvvisatori della
poesia popolare, si sfidano a colpi di endecasillabi.

La poesia forza il significato consueto delle parole,
per arricchirle di un senso nuovo.


Una poesia è espressione calcolata di emozioni e sentimenti.
Il calcolo si esprime negli artifici metrici e nella ricerca del ritmo.

* Franco Fortini dice che la poesia è un ragionamento
fatto in presenza di un sogno.


Leggere una poesia è interpretarla.

a che serve la poesia?
per procurare piacere, per denunciare qualcosa, per
ricercare la propria identità, per comunicare, per uscire
dalla solitudine interiore.










venerdì 1 maggio 2015

alberi e persone